BREAK THE CHAIN 25 Novembre 2023

BREAK THE CHAIN

Sabato 25 novembre anche all’IISS E. Majorana, come dappertutto in Italia, si è parlato di donne, di violenza contro le donne, di speranza in un futuro migliore.

Il colore che ha dominato in questa giornata è stato ovviamente il rosso, nelle magliette, nelle scarpe, nelle sciarpe di ragazzi ed insegnanti, nei segni sui visi, nei cartelloni affissi sui muri e poggiati sul pavimento della palestra. L’evento era stato preparato da tempo e quest’anno avrebbe dovuto avere, nelle intenzioni di docenti e ragazzi, un taglio diverso, meno tragico e doloroso, piuttosto fiducioso nella prospettiva di vivere finalmente in una società moderna ed evoluta in cui le donne non debbano più essere protette ma solo rispettate.

Invece, gli eventi di cronaca degli ultimi giorni hanno inevitabilmente condizionato la giornata e il dibattito ad essa legato.  I ragazzi hanno letto, suonato, disegnato, danzato ma soprattutto riflettuto sul peso di gesti e parole.

La lettura del delizioso “Lettera ad una ragazza del futuro” di Concita De Gregorio, che colpisce per l’intensità di ciò che racconta in modo essenziale e diretto e per le illustrazioni che supportano ogni pagina, prospetta l’immagine di una donna di domani fiera di sé e della sua forza, consapevole delle proprie potenzialità e della necessità di sentimenti autentici. Da qui è partita la riflessione ed è immediatamente emerso il gap tra quello che dovrebbe essere e quello che accade quotidianamente ed è sotto i nostri occhi, come la violenza degli ultimi giorni sembra drammaticamente ricordare.

Hanno collaborato alla realizzazione del progetto le insegnanti Anna Lemme, Paola Raspa, Maria Recchi, Ida Scafa, Antonietta Primiano e i professori Domenico Lombardi, Roberto Mascilongo e Antonio Muccino per la realizzazione tecnica e le riprese video, realizzate anche con ausilio di droni. Le colleghe hanno cercato di rassicurare i ragazzi sulla necessita di mettersi in gioco su temi così importanti, senza timori e timidezze, perché farsi sentire, con il minuto di rumore che ha aperto la giornata e con la voce di ognuno, nel modo che ognuno ritiene più consono alla propria sensibilità, è importante, anzi indispensabile. Dunque i ragazzi hanno scelto liberamente come meglio esprimersi: lettura di monologhi in cui donne maltrattate e ferite si raccontano, brani toccanti per la loro autenticità cruda e dolorosa, con la musica di sottofondo che contribuisce a creare l’atmosfera giusta o a caricare di senso alcune frasi (Vasco Rossi, Fiorella Mannoia, Mia Martini, Gloria Gaynor, il nostro Valerio Murazzo con la sua originalissima “Graffi” ), cartelloni con frasi e disegni che invitano e riflettere soprattutto sul ruolo maschile in questa battaglia quotidiana che non può più essere differita o demandata alle sole autorità o al solo rafforzamento legislativo. E’stato soprattutto importante riflettere su stereotipi di genere di cui occorre liberarsi: le donne non vanno “protette”, basta “rispettarle”, bisogna capire bene la differenza tra “cedere, accettare” e “acconsentire”, dire “lo voglio”. Prezioso è stato il contributo degli allievi di alcune classi del Liceo Artistico che hanno messo a disposizione la loro creatività realizzando disegni bellissimi, più eloquenti dei tanti slogan di questi giorni

A conclusione di tutto, c’è stato un flash mob liberatorio in palestra, preparato con impegno e cura sulle note di BREAK THE CHAIN che ha visto ragazze e ragazzi danzare insieme per spezzare la catena di pregiudizi di genere, sopraffazioni, abitudini ataviche alla cui assuefazione non possiamo rassegnarci. E’stato un momento di condivisione forte, corale davvero significativo che ha stretto tutti, allievi ed insegnanti, in un messaggio di speranza per un futuro più giusto ed inclusivo.

Una giornata impegnativa e partecipata, insomma, quella del 25 novembre al Majorana che, come ha ribadito la Dirigente Maria Maddalena Chimisso, invita i ragazzi all’attenzione costante e all’impegno personale e diretto, non di una sola giornata ma quotidiani, perché quella di genere è una discriminazione subdola e latente che non verrà sconfitta se non con una mobilitazione collettiva attiva.

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