Una panchina rossa campeggia all’ingresso dell’istituto Ettore Majorana di Termoli dallo scorso 9 marzo. Rossa come il sangue e vuota, perché lasciata vacante da una delle tante donne vittime di femminicidio ogni anno in Molise come nel resto d’Italia.
Un messaggio chiaro, inequivocabile quello che la scuola e l’associazione ‘Liberaluna onlus’ hanno voluto rivolgere ai giovani, perché siano loro a riconoscere e denunciare la violenza di genere. Vittime del femminicidio non sono solo donne assassinate dal marito come è accaduta alla giovane Romina, accoltellata 15 volte dal suo ex compagno lo scorso maggio, ma sono anche figlie vittime di padri padroni e anziane madri in balia di figli violenti.
Le violenze spesso si consumano tra le pareti domestiche e poche ancora sono le donne che hanno il coraggio di portare le proprie storie al di fuori delle mura che circondano gli orrori fisici o psicologici che siano, poche trovano il coraggio di denunciare. Ed è per questo che è necessario far sapere che c’è un modo per essere difese e aiutate.
Ma è oltremodo importante spiegare ai giovani il rispetto delle libertà altrui, affinché ogni donna, ma anche ogni uomo, sia libero di interrompere una relazione senza timori, affinché nessuno debba vivere nell’oppressione e nella paura.
Incisive sono state le parole della dottoressa Maria Grazia La Selva, responsabile del Centro Antiviolenza Liberaluna, che dopo l’introduzione del dirigente Prof.ssa Maria Maddalena Chimisso, ha parlato agli studenti raccontando le sue esperienze personali, maturate in 10 anni di accoglienza alle donne che chiedono aiuto non solo perché aggredite o minacciate, ma spesso anche perché abbandonate al proprio destino da chi aveva promesso loro amore.
Vivo è stato il dibattito con i ragazzi che hanno mostrato grande interesse e sensibilità per la tematica purtroppo sempre di estrema attualità.
Ha presieduto l’incontro l’avvocata Maria Calabrese, consigliera di parità della Regione Molise, che ha ribadito l’importanza di una società libera dai preconcetti di genere affinché vi possa essere una vera crescita culturale e la dr.ssa Emanuela Teresa Galasso, psicologa del centro antiviolenza.
La panchina resterà nella scuola per rinnovare questi messaggi nella quotidianità di ogni studente.